Parlando con il Presidente di un Circolo della Provincia di Rovigo è emerso ancora una volta “l’argomento righe del campo”. Nel loro caso, subentrando alla gestione di un campo in terra rossa, si sono ritrovati in primavera, a dover “abbassare” le righe che non sono state coperte nella stagione fredda, con il risultato di una disomogeneità dei livelli del campo, questo a scapito della qualità di gioco.

Si poteva far di meglio?

Ognuno adotta il metodo che ritiene più opportuno anche in base alla dimestichezza che si ha nel risolvere questo spiacevole problema. Le righe si possono “abbassare” per mezzo di un rullo od a mano tramite un peso che vado a battere sulla fettuccia; oppure ci si può cimentare con un lavoro più invasivo, ma lo si fa solo se si hanno chiari tutti i passaggi manuali, comprese le tempistiche di realizzazione.

Regola base: non aver fretta

Coprile che fa freddo!!!

Caro lettore, non aver fretta, ascolta bene: ci sono periodi da preferire per correre ai ripari e posare parzialmente o totalmente nuove righe in sostituzione di quelle deteriorate, storte o troppo “basse”.

  • In primis nella stagione primaverile quando si riparte dopo il “letargo” invernale;
  • Quando togliamo la copertura invernale, per i più fortunati, ed è solitamente d’obbligo un restyling alla superficie di gioco;
  • Nel periodo dell’anno in cui la richiesta del campo cala. Per i Circoli di città, ad esempio, solitamente equivale al mese di agosto. Per me è stata una sorpresa scoprire che è il mese più caldo dell’anno il periodo top per fare manutenzione, ma il motivo è molto semplice: moltissimi giocatori vanno in ferie e bisogna approfittarne. Ciò non vale per i piccoli Circoli di provincia.

In condizioni di emergenza…

Ovvio è che se la cosa è grave l’unica regola è intervenire il prima possibile ma avendo da subito a disposizione righe, chiodi, qualche nozione tecnica e sottomanto. La mancanza di quest’ultimo elemento non va presa sottogamba perchè può capitare di dover ripristinare alcune aree del campo anche ampie, in base a come la riga viene tolta dalla superfice di gioco.

Come togliere le righe

Sollevare le righe facendo leva con un cacciavite dà dei vantaggi da non trascurare

La riga strappata invece crea sempre complicazioni se non devi rifare il campo

Tre sono i modi che io uso per togliere le righe:

  • alzandole facendo leva con un cacciavite;
  • strappandole a braccia;
  • usando un piccone o una zappa.

Il sistema meno invasivo ovviamente è il primo. Ci impiego molto più tempo ma non rovino il campo e faccio prima a ripristinare il sottomanto smosso. Purtroppo se le righe sono troppo vecchie questa tecnica non riuscirai ad eseguirla in quanto tenderà a spezzarsi la fettuccia ed i chiodi rimarranno conficcati nel terreno. Ti dico ciò perchè questo implica un’ulteriore dilatazione del tempo necessario per fare il lavoro, quindi occhio a metterci le mani senza aver prima preso visione dello stato delle fettucce.

Riga alzata con il cacciavite ed un asse di legno per far leva

Riga strappata a mano, una fatica non da poco

La fettuccia si spezza e i chiodi rimangono conficcati a terra, sono costretto addirittura all’utilizzo della tenaglia al posto del piccone o la zappa. Non vi è mai limite al peggio…

A questo punto leggiti il post già pubblicato e occhio a questa importante rettifica!!!

Nel post “Le righe di gioco non vanno sottovalutate…” troverai molti riferimenti interessanti da leggere per farti una idea del lavoro che andrai a compiere e io ne appofitto per rettificare il metodo con il quale il campo vergine va “squadrato” rispetto ai pali.

Avevo menzionato l’utilizzo di 2 cordelle metriche per trovare il punto di incrocio dei quattro angoli del campo (lo squadro), nella pratica l’operazione più delicata da fare. In realtà basta una sola cordella metrica e ritornare a fare geometria come alle medie. La cordella infatti va usata a mò di compasso. Un capo va tenuto fisso sul punto di origine “A” e a cordella tesa con la lunghezza di 16,18 metri (guardati il post sopracitato per capire da dove saltano fuori i 16,18 metri), per mezzo di un chiodo vado a segnare sul terreno una linea, che nella pratica tende a curvare, cercando di segnarla nell’area che ad occhio e croce mi sembra quella in cui dovrebbe “cadere” il punto che sto cercando. La stessa cosa la faccio partendo dal punto “B” con la cordella che stavolta deve segnare 11,89 metri (la lunghezza effettiva del campo). Il punto di incrocio tra le due linee che ho tracciato è l’angolo del campo che stavo cercando. Ripeto l’operazione per i tre angoli restanti.

Se non basta ci metto pure il video

 

Concludo con una “provocazione”

Mettiamo che tu voglia togliere tutte le righe e usare “l’impronta” di quelle esistenti per posare quelle nuove, sei sicurissimo che quelle esistenti siano in squadro? E se il campo addirittura è più grande delle dimensioni regolamentari? Stai sicuro che può capitare!!! Non ho ancora trovato nessuno che mi abbia detto:” Io il mio campo l’ho misurato e va tutto bene!!!”. E’ vero che non ci avevi mai pensato a questa cosa? Non è obbligatorio, ma a fare il San Tommaso potresti ritrovarti delle sorprese che non ti spettavi. Ancora qua sei!?! Molla stò smartphone e va a misurare, poi mi saprai dire…provare per credere.

Un saluto da Max Saggia