Il campo lo abbiamo tagliato e ora parte il periodo di attesa indispensabile perché la terra asciughi per bene. Solitamente quest’intervallo non si protrae per più di un paio di giorni, ma l’eccezione è la regola in questo settore. Se il campo non rimane tutto il giorno in pieno sole o se il sole è nascosto dalle nuvole, allora le tempistiche di essiccazione del terreno si dilatano.

Fino a quando la terra rossa non fa la “barba” non la si può spianare.

La terra polverizzata si lavora con estrema facilità

Che benefici porta la terra così secca?

  • Cala di volume e ti riporta il sorriso perché sicuramente ti sarai preoccupato per tutta quella abbondanza di materiale “libero”, ma senza aver aggiunto un solo grammo di nuovo sottomanto.
  • Un sottomanto povero di umidità è molto più facile da lavorare e ti evita di ripassare all’infinito sullo stesso punto, perché il risultato ottenuto non ti soddisfa.

La prima lavorazione

Rompere i piccoli lotti di terra che ci troviamo di fronte è la nostra prima missione. Lo puoi fare usando il frattazzo in legno od alluminio, il tappeto che si usa per riordinare il campo, oppure usando un rullo molto leggero che nella pratica fa un ottimo lavoro ma tende anche a schiacciare il sottomanto, “ricompattando” prima del dovuto tutto quello che abbiamo appena smosso. Consigliato quindi solo se la superficie è perfettamente secca. Altra cosa da fare è rompere quanto basta la terra non lavorata, nel mio caso dalla motozappa, ripassando con un rastrello con i rebbi ben appuntiti, su entrambi i lati delle righe. Questa operazione è faticosa, ma molto importante perché se non fatta, non ci sarà l’aggrappaggio per il nuovo sottomanto in prossimità delle righe.

Lasciare integra la parte si superficie limitrofa alla cordonata aiuta a rispettare le pendenze del campo

La spianatura

Lavorare in un ambiente ordinato dà soddisfazioni. Questa regola vale soprattutto in questa circostanza. Teniamo costantemente pulite le righe che ci servono come punto di riferimento e settore dopo settore cerchiamo di ripianare la terra nel miglior modo possibile. Più il sottomanto sarà secco e più assomiglierà al “borotalco”. A questo punto non conta diventare matti a livellare perfettamente perché la terra nuova la dovete ancora aggiungere. La nostra missione rimane per ora creare una base omogenea, con le righe che siamo ben visibili, né affossate né sopraelevate rispetto al terreno. La prima spianatura comprende anche le parti delimitate dalla cordonata e le righe chiodate di perimetro del campo. In questo caso solitamente tendo a “richiamare” verso l’interno la terra smossa usando il frattazzo e successivamente mi concentro sulla spianatura. Questa cosa perché, se abbiamo lasciato adiacente alla cordonata, una lingua di terra non smossa, questa sarà il nostro “livello zero” e la terra fino a qua dovrà arrivarci solo a pareggio e non in accumulo. In parole povere non sormontiamo la parte di campo non lavorata con terra mobile.

Il momento giusto per lavorare

Ahimè coincide con le ore più soleggiate e quindi calde della giornata. Quello che si fa tra le 12 e le 16 non lo puoi replicare a parità di ore ne al mattino e neppure nel pomeriggio avanzato. Al mattino il campo si deve ancora “asciugare” dall’umidità della notte. Nel pomeriggio invece inizia ad esserci la risalita della stessa che si noterà per via delle “chiazze” che andrà a formare qua e la sulla superficie, in primis nelle parti più vicine alla cordonata o già in ombra.

Un alleato perfetto per la spianatura della terra rossa

L’importanza della stuoia livellatrice

La conclusione della nostra opera avrà il suo compimento nel momento in cui useremo la stuoia livellatrice per rifinire il lavoro fatto con il frattazzo. Le maglie della stuoia in rete faranno da sole un lavoro certosino e preciso, noi dovremo solamente pazientare e portarla a spasso per il campo. In lungo, in largo ed in diagonale. Non importa il senso ma la quantità di passaggi.

Il gioco di squadra

Pensare di fare da soli tutte le cose che ho scritto nel post è impensabile. Non è impossibile ma ho imparato a mie spese che se non c’è lucidità mentale in ciò che si sta facendo, rischi di perderti. La fatica non guarda in faccia nessuno e il modo migliore per vincerla è farne di meno. Un lavoro iniziato bene si può trasformare in una pessima esperienza. 3 persone affiatate possono dare grandi risultati senza sforzarsi troppo. Forma la squadra prima di “buttarti” in questa esperienza.