Quale necessità va a ricoprire il ripristino temporaneo del campo? Quella di anticipare se possibile l’inizio delle attività all’aperto senza però esporsi troppo nei confronti degli agenti atmosferici. Essendo il mese di riferimento quello di marzo, va da se che non siamo ancora in una situazione di stabilità climatica, quindi un’eventuale manutenzione straordinaria potrebbe rivelarsi azzardata se dovesse coincidere con un periodo di pioggia o di freddo non previsto. Rischiare di avere un “cantiere” aperto e non poter proseguire significa avere un campo inutilizzabile chissà per quanto tempo.

L’alternativa

Un ottimo escamotage è quello di recuperare e rendere agibile il campo dismesso da svariati mesi, ovviamente con tutti suoi limiti di usura dell’anno precedente. Avremo quindi la garanzia di far giocare nel giro di pochi giorni dall’inizio dei lavori, ed appena reputiamo sia il momento idoneo, potremo passare alle maniere “forti” e procedere con la manutenzione extra.

Da dove si parte?

Se il campo lo abbiamo “chiuso” con i dovuti accorgimenti, rinfrescati le idee con questo post: ”Terra rossa, stagione finita, manutenzioni conclusive”. Allora in prima battuta “liberiamo” le righe dalle loro coperture e ripuliamo il campo da eventuali foglie. A seguire, sinceriamoci che la cordonata perimetrale sia in ordine e per finire togliamo i ciuffetti d’erba che sono eventualmente cresciuti in campo. Per il muschio vi consiglio di “sopportarlo” ancora per qualche settimana. Il sole e il caldo vi daranno una mano fondamentale per la loro futura rimozione.

Erbetta primaverile…

Il lavoro più importante

Il giorno in cui sarete pronti a rullare il terreno di gioco, di fronte ai vostri occhi, si presenterà o troppo “asciutto” oppure “paciugoso”. Difficilmente si ha la fortuna di “beccare” il timing perfetto per procedere.

  • Campo “asciutto”. Il termine più appropriato è il seguente: disidratato. Si presenta “sbiancato” e molto rigido. All’apparenza praticamente pronto per giocarci sopra. Non fatelo, si “sfarinerebbe” sotto i vostri piedi nel giro di qualche giorno e apparirà più simile alla superficie lunare che a un campo da tennis in terra rossa. Armatevi invece di pazienza e bagnatelo abbondantemente più volte al giorno per più giorni. Lo dovete saturare d’acqua, così facendo il sottomanto recupererà elasticità ed a questo punto potrete rullare con benefici sostanziali sotto il profilo della compattazione del terreno, che è la cosa più importante da ricercare. La rullatura dovrà seguire la metodica che spiego nel punto successivo.

La terra rossa di un campo “disidratato” si può anche arricciare come in foto, merito della sua componente argillosa

Il campo “disidratato” tende a polverizzare sotto i vostri piedi

  • Campo “paciugoso”. Un termine equivalente è il seguente: budinoso. Se si tratta del secondo caso allora siete fortunati. Attendete che il sottomanto sia calpestabile ed entrate con Re rullo. “Stabilizzate” da prima le righe ed a seguire iniziate a pressare tutta l’area sia per il lungo che per il largo. La prassi da rispettare è la seguente: passare la stuoia su tutto il campo, spazzare le righe, bagnare se necessario e rullare. Procedete nello stesso modo per qualche giorno, sincerandovi che il cilindro del rullo sia sempre umido. Se non lo è significa che il campo è troppo “secco” e state lavorando per nulla. Risolvete la cosa bagnando abbondantemente il campo più volte al giorno per mantenerlo umido. Personalmente impiego quasi 60 minuti a rullare il campo e punto a fare almeno 3 o 4 passaggi al giorno per 2 giorni prima di iniziare a far giocare.

L’evidente porosità del campo in primavera

Aggiungiamo il manto

Spargiamone il minimo indispensabile, tanto il campo nel prossimo futuro dovremmo sottoporlo ad una manutenzione supplementare, 3 o 4 sacchi da 25 kg per metà campo. Concentriamoci sul rettangolo di gioco e lasciamo che sia la stuoia livellatrice a distribuirlo sulle parti esterne. A mio avviso sarebbe ottimo il riutilizzo della “terra bruciata”, cioè terra di recupero da “pulizia” perimetrale, che dovresti aver fatto più volte durante l’estate passata ed opportunamente stoccata in sacchi pronti per qualsiasi evenienza, tra le quali una è questa.

Riposizioniamo gli “accessori”

Il campo è pronto? Riposizioniamo pali, rete, panchine e stuoie livellatrici. La canna dell’acqua già lo è dalle prime battute del nostro intervento. Spero tu abbia fatto i dovuti controlli, perché gli imprevisti da oggi in poi saranno sempre dietro l’angolo e prevenirli sarebbe stata cosa buona e giusta. A riguardo fa fede il link postato sopra.

Valutazioni finali

Con un impegno non eccessivo dal punto di vista del tempo, della fatica ed economico, otterremo un campo che darà soddisfazioni in modo proporzionale a come lo avevamo lasciato in autunno. Non aspettiamoci magie ma un risultato sicuramente soddisfacente.