Il quesito

Questa è la domanda integrale posta da Alessandro Bruni: “ho un campo da tennis in asfalto verniciato, vorrei trasformarlo in terra rossa, ho pensato ad una soluzione come Red Plus o Redbrick, ma i costi sono esorbitanti. Ho sentito le varie Ditte che producono terra rossa (Terre Davis, Cremonini), mi hanno detto che è possibile mettere la terra direttamente sulla base in asfalto, visto che il campo è coperto da struttura ad archi con telo. Il Circolo è a Cassino, ai Soci piace giocare sulla terra e avevo pensato di cambiare superficie…”

Mettiamo i puntini sulle “i”

Passare da una superficie in “asfalto verniciato” ad una in terra rossa sintetica o tradizionale implica un approccio di gestione completamente diverso da quella che attualmente esercitate, in quanto le “ore lavoro” da dedicare all’impianto di gioco non sono cosa da trascurare, ma sono la base per un’ ottima conduzione di esercizio nel tempo, quindi medita a riguardo. Noto un ottimo punto a vostro favore: vi trovare al centro Italia e beneficiate quindi di un clima molto clemente anche in inverno e mi riferisco alle temperature. La copertura fissa presenta dei risvolti positivi ed, a mio parere, uno  limitante. Sicuramente non vi farà perdere ore gioco in caso di pioggia. Il campo, quello in terra rossa classica, si deteriorerà di meno rispetto ad uno alla mercè delle intemperie con conseguente minor manutenzione. Sarete al “riparo” per la stagione invernale e non è cosa da poco. Di contro, trovo che sia un problema non avere l’acqua piovana a disposizione per la naturale manutenzione della superficie di gioco, mi riferisco sempre al classico campo in terra rossa in primis, ma il discorso riguarda pure quello in terra rossa sintetica.

Le coperture fisse danno indubbi vantaggi di gestione

Terra rossa sintetica

Campo in Red Plus al coperto, Resana (Tv)

Hai menzionato due Aziende importanti nel panorama Italiano/Europeo, non entro in merito al prodotto che commercializzano, ti rimando al post “E tu, su che superficie giochi?!” per saperne qualcosa di più. In linea di massima, molto di massima, economicamente dovrai sborsare tra i 18.000 e i 23.000 euro per vedere giocare i tuoi Soci su un fondo del genere e sto escludendo ad esempio eventuali interventi di sottofondo, pendenze e realizzazione di cordonate contenitive. Avrai in “mano” un campo con manutenzione ordinaria ridotta al minimo, quella straordinaria pure, non necessiti di personale specializzato/formato, con poche accortezze e seguendo le indicazioni che ti daranno i costruttori, non avrai troppi patemi d’animo nel gestirlo.

Terra rossa naturale

Campi in terra rossa naturale, fascino assoluto, Porto Tolle (Ro)

Altre due Aziende leader nel loro settore che sanno il fatto loro. Anche qua ti consiglio una sbirciatina al post “la terra rossa, questa sconosciuta…” per capire di cosa stiamo parlando. Sempre a livello “spannometrico” come spesa siamo sui 10.000/12.000 euro, visto che probabilmente non saranno necessari interventi per creare il “vespaio” per il drenaggio dell’acqua piovana. Come risultato otterrai un campo che non avrà nulla da invidiare al Centrale del Foro Italico, però a patto che si rispettino regole basilari di manutenzione che comportano una certa costanza operativa giorno dopo giorno. Non ci giriamo attorno, il campo va seguito e pure con una certa competenza che però si acquisisce in corso d’opera. Dalle mie parti si dice che “nessuno è nato imparato” e io ne sono la prova, quindi tranquillo!!!

La cordonata

Senza cordonata la terra si disperderebbe

Indipendentemente dalla scelta che farai, tieni presente che necessiterai di una cordonata perimetrale contenitiva con i relativi punti di scarico dell’acqua ( non si sa mai nella vita), e già che ci sei ti consiglio di posare perimetralmente la linea per un impianto di annaffiamento automatico.

Andiamo sul pratico e simuliamo 10 anni di utilizzo di un campo in terra rossa sintetica, utenze escluse

Spendo 18.000/23.000 euro.

  • Posso giocare 12 mesi su 12 senza periodi di stop per manutenzioni straordinarie.
  • La manutenzione ordinaria che sono tenuto ad eseguire consiste nel bagnare il campo, tirare la stuoia a fine partita e utilizzare l’apposito frattazzo per “richiamare” la terra nei punti del campo che reputo opportuno.
  • Le aggiunte di terra extra saranno una tantum.
  • Anche a temperature basse posso giocare senza problemi, quindi a bisogno posso risparmiare sul riscaldamento, che non guasta.
  • Meglio ricordarsi di fare il “tagliando” al campo una volta all’anno, da ditta specializzata, spesa che stimo in 300/500 euro.

Dopo 10 anni il campo mi sarà costato indicativamente 23.000/ 28.000 euro.

Simuliamo ora 10 anni di utilizzo di un campo in terra rossa naturale, utenze escluse

Spendo 10.000/12.000 euro.

  • Posso giocare 12 mesi su 12 sia per merito della copertura, sia per via del clima (non siamo a Porto Tolle).
  • La manutenzione ordinaria è uguale a quella menzionata precedentemente. Il campo, con il tempo, necessiterà però della sistemazione di buche/avvallamenti e non è detto che ogni tanto ci sia bisogno del rullo, che non puo mancare come articolo in dotazione al Circolo e quindi altra spesa da preventivare.
  • La copertura, ancora una volta, vi sarà di grande aiuto a mantenere in campo “riparato” dagli agenti atmosferici quindi anche qua aggiunte di terra extra una tantum.
  • A temperature basse la superficie di gioco tende a rimanere bagnata ma voi siete fortunati essendo nel Lazio, con un pò di occhio senza sprecare riscaldamento potrete gestire la cosa con facilità.
  • Va programmato almeno un periodo di stop di 1 settimana per la manutenzione straordinaria che deve essere fatta tutti gli anni. Il “tagliando” consiste nel rifacimento parziale o totale del campo e deve farlo una Ditta specializzata, vi suggerisco vivamente di guardare come loro eseguono i lavori per poi replicarli in autonomia, ma intanto tirate fuori 1.000/1.200 euro.

Dopo 10 anni la mia spesa ammonterà a 20.000/24.000 euro.

E adesso come fai a decidere?

Ribadisco che non esiste una scelta giusta ed una sbagliata. Esite solo la scelta presa e con quella ci convivi tutti i giorni senza “se” e senza “ma”. Metti a “fuoco” la questione della manutenzione giornaliera che solitamente “taglia la testa al toro” a tutti i dubbi.

Un campo va seguito giorno dopo giorno e le ore da dedicarci per alcuni sono solo “fastidio”, per altri sono pura passione che si ripaga ampiamente con la soffisfazione di chi ci gioca.

La mia personalissima opinione

Se mi trovassi nei vostri panni e dovessi iniziare questa “gestione del campo” completamente a digiuno di competenze in merito alla conduzione di superfici in terra rossa tradizionale, trovo che sia più saggio optare per una superficie in terra rossa sintetica per un motivo che reputo e ribadisco essere fondamentale:

un campo in terra rossa classico necessita in modo inprescindibile dell’acqua piovana, in quanto solo le piogge riescono a creare quello che io chiamo un “weather reset”, cioè un naturale ripristino della superficie di gioco per quanto concerne elasticità, porosità del terreno, “smussamento” delle imperfezioni e molto altro. La copertura esistente preclude in modo assoluto che ciò accada.

Sò che è un concetto difficile da spiegare soprattutto ai non addetti ai lavori, ma chi gestisce queste superfici sa benissimo che dopo una pioggia/temporale il campo per “magia” si “rigenera” e non c’è canna dell’acqua al mondo che possa dare lo stesso risultato. Al chiuso, nel vostro caso appunto, mi viene a mancare tutto questo, ed è un rischio che io non mi prenderei. Il campo in terra rossa sintetica è meno sensibile a questo problema e va preferito.

Spero questo post possa essere utile, a te la scelta!!!

un abbraccio da max Saggia