Ha finito di piovere? Se la risposta è: “sì”, non c’è altro da spettare. Rimbocchiamoci le maniche ed iniziamo a lavorare!!! Aspettare non serve a nulla. Il libro segreto del manutentore Top, prevede la seguente scaletta: ispezione, tappeto, rullo e manto.

Ispezione

Si parte da un’ispezione visiva del terreno di gioco che ti dà la visione reale dello stato del campo, frasi tipo:” ha piovuto molto quindi ovviamente il campo è inagibile” stanno a zero. Tale ispezione non va fatta solamente in modo visivo ma anche pratico. Camminare dentro il campo è d’obbligo e ti permette di saggiarne l’effettivo stato. In alcuni punti potrebbe essere troppo morbido, in altri stranamente “lucido”, ciò accade nei punti di ristagno dell’acqua. Potrebbero esserci accumuli di manto in alcune zone ed altre dove proprio non ce n’è più.

Il tappeto

Il ruolo del tappeto è fondamentale. Farà da apripista per i successivi interventi, in base alle necessità ovviamente. Se ne abbiamo uno in fibra di cocco sarebbe il massimo, essendo molto più “pesante” dei classici in rete, a parità di passaggi smuove più manto. Se non lo avete sgambetteremo un po’ di più ma il risultato sarà identico. Cerchiamo di non evitare il passaggio sui “punti” più critici, come ad esempio quelli “budinosi”, perché smuovere il manto superficiale ci verrà utile per il successivo passaggio con il rullo. Lavoriamo cercando di “segnare” il meno possibile il campo lasciando impronte. Sfruttiamo le righe camminandoci sopra, quando possibile. Il tappeto dà il meglio di sé quando è asciutto ed ovviamente dopo una pioggia non lo sarà. Velocizzatene l’asciugatura appendendolo sulla rete del campo e comunque non in ombra.

Il passaggio del tappeto/stuoia livellatrice è evidente

Rullo  

A seguito di una pioggia succede di rado di dover usare il rullo, a meno che il campo sia stato da poco oggetto di una manutenzione straordinaria, oppure se una lavorazione è stata significativa. Se è il nostro caso, allora usiamolo senza troppi patemi d’animo, specie se è motorizzato. Il primo passaggio lo dedichiamo alle righe, i successivi al campo. Per campo intendo tutti i 18 metri x 36 metri di superficie. Mi raccomando non fate i furbi, i nodi verranno al pettine al prossimo acquazzone. Prima ho accennato che è fondamentale il passaggio preliminare con il tappeto/stuoia livellatrice. Ora vi spiego il perché: smuovendo i granelli di manto dal terreno, questi faranno da naturale “cuscinetto” tra il sottomanto di cui è costituito il campo e il cilindro del rullo. Accade spesso infatti, che si stacchino delle “strisce” di terreno proprio in corrispondenza della superficie dove questi grani sono assenti. Motivo? La componente argillosa del sottomanto tende ad attaccarsi al cilindro metallico del rullo.

Parlare di “granello di manto” è tecnicamente sbagliato perché il manto vero e proprio ha una granulometria bassa, ma mi serve per farti capire di cosa sto parlando. A tutti gli effetti si tratta di “grana libera” ma ne riparleremo.

Superficie “lucida”, problemi in vista

Manto

Consiglio di aggiungerne, in due casi: quando il campo è “magro” ne va ristabilita la giusta quantità, oppure se hai intenzione di velocizzarne l’asciugatura.

  • Il campo è “magro”

In questo caso concentrati ad aggiungerne in primis nei punti più “critici”: zona battuta e ricezione. Appena inizierai a far giocare saranno da subito messe sotto torchio dai giocatori. A seguire “sventaglia” dove reputi ne manchi, ma ricordati di non abbondare, perché a mano a mano che il campo asciugherà ti accorgerai che per magia “ricomparirà” del manto che pensavi non ci fosse. Accade sempre.

  • Velocizzare l’asciugatura

Non hai tempo da perdere e vuoi far giocare subito. Ok. Abbonda pure con il manto ma sappi che dopo pochi giorni lo dovrai togliere altrimenti il campo sarà troppo “sabbioso”, a seguire bagnarlo sarà più impegnativo rispetto al solito. In questo caso consiglio la “terra bruciata” di recupero, ne parlo in questo post se ti interessa:“Terra rossa, tanta pioggia, sole e qualche valutazione settembrina”. Limiti le spese e ottieni comunque lo stesso risultato. Anche questa va tolta una volta che il campo si è ristabilito. L’aggiunta di nuovo manto solo se è associata all’uso del tappeto porta a velocizzarne l’asciugatura.

Ciò accade perché l’evaporazione dell’umidità vale per la parte di superficie esposta all’aria, quella superficiale. Il granello di manto nel suo “stato” immobile, ipotizzando per semplicità che sia di forma sferica, accumula infatti umidità sulla sua parte “faccia a terra” mentre la parte “faccia in aria” la dissipa. Il tappeto ne modifica lo “stato” e rovesciandolo, anche parzialmente, ne permette un nuovo accumulo e dissipazione di umidità. Insomma un ciclo virtuoso che dipende da solo da te.

Esempio di manto umido. Tende a rimanere compatto e non polveroso